Versilia, 9 novembre 2023 – ”Mai viste onde come queste". "Il clima è cambiato". "Gli eventi estremi si moltiplicano". In attesa di conferme definitive, mentre spesso la memoria vacilla, vale sempre il principio che chi non impara dalla storia è condannato a ripetere le stesse tragedie. E se il tornado che ha scoperchiato tetti a Camaiore è un unicum, rendersi conto che in Versilia, per sua natura e posizione, il maltempo da sempre fa danni periodici, potrebbe consigliare gli amministratori di ogni livello a tornare alla manutenzione continua del territorio come accadeva fino agli anni ’70.
In quell’epoca, e fino a fine anni ’90, bastava una pioggia più lunga di 15 minuti per allagare il lungomare di Viareggio e Lido di Camaiore, e ampie zone centrali di Viareggio. Perché non c’erano le fogne, né bianche né nere (cominciarono a farle con l’assessore Fabrizio Manfredi). I palazzi avevano i pozzi neri a perdere, e infatti i divieti di balneazione erano continui. I dislivelli del resto possono creare problemi anche oggi, si è visto nei giorni scorsi con le acque meteoriche. Ma l’acqua alta in Passeggiata e sui viali a mare ha ricorrenti precedenti storici: la foto al centro ne è un esempio. Vediamo allora, a memoria, i principali eventi catastrofici degli ultimi 30 anni.
Tra il 1992 e il 1993 una bufera tra Darsena e Torre del Lago abbatté centinaia di alberi della Pineta di Ponente e della Macchia Lucchese. I terreni del Parco erano impaludati e le radici non tennero. Nessuno da tempo aveva ricavato i fossi di scolo che a sud passano sotto la LagoMare e confluiscono nella Bufalina, e a nord passano sotto al Collegio Colombo per scaricare in porto. L’allora sindaco Andrea Palestini avviò l’escavo e tutto tornò normale, ma per poco.
Infatti attorno al 2005 (sindaco Marco Marcucci) un terribile fortunale nella stessa zona abbatté 5 mila alberi in una sola notte. Allora un esperto universitario predicava il ritorno alla macchia igrofila del Quaternario, e l’eliminazione delle pinete piantate dai Borbone nel 1700. Pinete che, come a Ponente, hanno bisogno di manutenzione perché sono opera dell’uomo (a Ponente in anni recenti la Fondazione Cassa di Lucca ha finanziato opere per 1 milione proprio a Ponente). Si erano anche "ammalati" i tigli dell’omonimo viale, che cominciarono ad essere abbattuti. Dopo infinite polemiche tutti capirono che i fossi di scolo erano intasati e ripartì la cavatura straordinaria. Anche i tigli smisero di "ammalarsi".
Ma nel marzo 2015 un "uragano" deforestò 30 ettari della Versiliana, un terzo del parco. Anche allora non si parlava di cambiamento climatico, ma partirono i lavori di ripristino e ripiantumazione. Negli ultimi 20 anni le frane in alta Versilia sono andate aumentando in proporzione all’abbandono dei terreni coltivati e alle cessazioni dell’attività agropastorale: geologicamente i problemi principali, a ripetizione, hanno riguardato le frazioni camaioresi e lo Stazzemese. Del resto l’alluvione di Camaiore nel 1998 fu concausata dall’inadeguatezza dei canali e dei ponti, a partire dal fiume Camaiore. Quella tragica di Cardoso nel 1996 no, lì s’abbatté una microcella m eteo unica nel Mediterraneo e imprevista.
Nel giugno 2007 una furiosa mareggiata sulla Marina di Levante rialzò la spiaggia di 2 metri: i tavolinetti degli ombrelloni già montati rimasero coperti, sembrava di camminare nella colonia marina degli gnomi. Fu nel 2012 che il mare superò le centinaia di metri di spiaggia, invase bagni e parcheggi, e a lungo creò stagni fin sul Vialone rifatto ma con pendenze e scoli idrici bislacchi. Alcuni bagni dovettero ricostruire l’intero impianto elettrico da cima a fondo. Alcuni avevano eretto la trincea di sabbia davanti agli ingressi, ma ovviamente l’acqua ci girò intorno.
Dall’inverno successivo i balneari di Levante fanno erigere ogni autunno una diga di sabbia lunga come la battima, e infatti tra il 1° e il 2 novembre si sono salvati dalla mareggiata che invece ha devastato i bagni della Passeggiata e di Lido di Camaiore. In città l’acqua e la sabbia sono arrivate a piazza Mazzini, e non era solo acqua piovana. Comunque a ridosso delle reti degli stabilimenti di Levante il vento dei giorni scorsi ha accumulato quantità enormi di rena: ora la spiaggia, alla fine delle cabine, è più alta di 1,5-2 metri.
Anche questa però non è una novità, visto che durante la presidenza di Elio Tofanelli, quando la Fondazione Carnevale faceva i presepi artistici sul Belvedere delle Maschere, mare e sabbia coprirono le aiuole di piazza Mazzini oltre il viale a mare, nonostante la reticella verde sulla spiaggia. I commercianti più anziani della Passeggiata ricorderanno, a metà anni ’90, il grande abbobbo natalizio con luci laser e mongolfiere: la bufera faceva sbattere e rimbalzare i palloni dall’area pedonale alla sede stradale, e uno volò fino al campanile di Capriglia.