Si rivolge al pubblico con un taglio scherzoso e goliardico che prende in giro il giornalismo più sensazionalistico e i creduloni che popolano la rete. Fonte immediata di risate ma anche di riflessioni sul confine tra realtà e finzione. Alzi la mano chi non si è mai imbattuto in uno degli esilaranti, ironici e per loro natura surreali titoli di Lercio. Pochi in città sanno che tra le menti di questo fenomeno web da 2 milioni di followers, nato nel 2013, c’è anche un pietrasantino. Si chiama Andrea Michielotto, ha 50 anni e lavora da 20 anni a Pisa come ingegnenere informatico per un’azienda di software per i mercati finanziari.
La Piccola Atene è una fucina di creatività in ogni campo.
"Essere uno dei fondatori e responsabili di Lercio è una soddisfazione non da poco. Siamo partiti in 40, oggi è rimasto un nucleo di dodici redattori: sono l’unico toscano insieme a un aretino e un pratese".
Le origini di Lercio?
"Ci siamo tutti conosciuti virtualmente ai tempi del blog ’La Palestra’ di Daniele Luttazzi. Decise di far scrivere le battute anche ai lettori sui fatti di attualità. Col suo tipico stile da ’Tabloid’: premessa reale e commento comico. Ne pubblicava poche al giorno, quando c’era il tuo nome era motivo di orgoglio. Poi nel 2007-2008 sono arrivati i primi social network e in quegli anni Luttazzi fu mandato via dalla tv e chiuse il blog".
E lì arrivate voi...
"Un po’ di gente che si era conosciuta sui social ha pensato di continuare a scrivere. All’inizio, l’abbiamo chiamato ’Acido Lattico’ come tributo alla palestra di Luttazzi. Poi Michele Incollu, nostra ’guida’, sul suo blog fece una sezione chiamandola Lercio come storpiatura di Leggo, free press che girava in cartaceo e sul web. Cominciò a buttarci notizie assurde e surreali, ma in modo diverso: via la premessa, il titolo diventa la battuta. Consente di essere più liberi inventando un’altra realtà anziché commentare quella esistente. È una parodia al giornalismo 2.0, quello delle notizie gossip messe nella colonna a lato".
Titoli surreali a cui la gente ha creduto davvero?
"La trasmissione di un pezzo dei Megadeth su Radio Maria o il ministro Kyenge che disse di sfamare gli immigrati con cani e gatti. In questo caso si scatenò tanto odio verso di lei: ci sentimmo in colpa per averlo in qualche modo fomentato".
Come e quanto lavorate?
"Ci sentiamo un’oretta al giorno, confrontadoci su notizie e titoli da inventare. Gli introiti arrivano dalle pubblicità, per tutti noi alla fine è un hobby. Il sogno è rifare ’Tg Lercio’, con lo speaker che legge una raffica di notizie nostre, magari prima di un tg vero".
Daniele Masseglia