MARTINA DEL CHICCA
Cronaca

Via alla rivoluzione del Piazzone. È cominciato il trasloco dei negozi. Negli scatoloni una marea di ricordi

Tra nostalgia e fiducia, ieri mattina le prime attività si sono spostate sotto i loggiati del Belluomini. La speranza collettiva:"Vedere presto rifiorire questa zona, e che si riempi ancora di attività e di clienti" .

Tra nostalgia e fiducia, ieri mattina le prime attività si sono spostate sotto i loggiati del Belluomini. La speranza collettiva:"Vedere presto rifiorire questa zona, e che si riempi ancora di attività e di clienti" .

Tra nostalgia e fiducia, ieri mattina le prime attività si sono spostate sotto i loggiati del Belluomini. La speranza collettiva:"Vedere presto rifiorire questa zona, e che si riempi ancora di attività e di clienti" .

Una pioggerellina sottile ma penetrante, ieri, ha svuotato le strade della città. Eppure, sotto quel cielo pesante come il piombo, in piazza Cavour era tutto un via vai. Sono cominciati infatti i traslochi dei negozi che abitavano i loggiati minori, e che temporaneamente – in attesa che si concludano i lavori di restauro dei loggiati e dei nuovi fondi in cui accasarsi – troveranno spazio sotto le logge del Belluomini. Uno accanto all’altro, sul fronte di via Verdi. E dunque già questa settimana comincerà a prendere forma il cantiere che, nel giro di diciotto mesi, dovrebbe riconsegnare a Viareggio un rinnovato Piazzone. Questa la previsione della Mercato Srl, la società della famiglia Tognetti che si è aggiudicata il project financing del Comune e la concessione dell’area per 43 anni in cambio in maxi intervento di recupero per quasi 10milioni di euro.

Tra i primi a traslocare, con la cassette colme dei frutti di stagione e dei ricordi di una vita, è stato Stefano Ferrari, titolare di una delle attività più antiche del mercato. Il negozio di frutta e verdura, che Stefano gestisce dal 1998, fu infatti aperto dalla nonna Ameriga Giuliani, in Ferrari. "Erano gli anni del dopoguerra, e lei – racconta Stefano, mostrando una vecchia fotografia – aveva il banco proprio qui sull’angolo". Ce lo indica con il dito. Nel nuovo (e temporaneo) fondo ha portato quella gigantografia, presa da uno scatto di Magrini degli anni Trenta, che è sempre rimasta attaccata alle pareti della bottega di famiglia. Mostra le logge ancora scoperte, che soltanto più tardi vennero chiuse per ripararle dal vento che si infilava tra le colonne come un vortice. Scompigliando banchi e capelli. "Siamo arrivati alla terza generazione, dopo mia nonna, nel 1975, è subentrato mio padre fino al 1998, poi è toccato a me. Insieme a mia moglie". Così Stefano il mercato lo ha visto cambiare, crescere, invecchiare: "E – aggiunge – siamo felici che adesso possa scriversi una nuova storia. Perché Viareggio merita di ritornare a vivere piazza Cavour"

Accanto al nuovo fondo di Ferrari trovano ora spazio “Le bagatelle“ della Lory, come tutti conoscono Loredana Manfredi. Che immersa in un arcobaleno di stoffe ieri mattina sistemava negli scaffali di abiti egli accessori vintage che fino a poche ore prima riempivano il chiosco di via San Martino. Lory è stata la prima a portare a Viareggio la moda del second hand: "Sono arrivata al Piazzone trent’anni fa. E scelsi proprio un chiosco – spiega – perché mi piaceva l’idea di stare tra le persone. A stretto contatto con la strada. Perché così, anche quando le giornate trascorrono senza grande lavoro, si ha la sensazione di non aver sprecato il tempo. Perché ogni giorno capita di incontrare qualcuno, di conoscere persone nuove". Quando i lavori saranno completati Lory, com le sue Bagatelle, si sposterà sotto le logge delle pescherie (che si sposteranno a loro volta sotto i loggiati di via Battisti, dov’è prevista anche l’apertura di un bar e di una rosticceria).

Si prepara alle grandi manovre anche Giuliano Paterni, per tutti Giuliano delle calzature. Migliaia le scatole di scarpe (ora tutte in sconto al 50% per agevolare il trasloco) da trasferire negli spazi che, un tempo, erano occupati dalla polleria Pertici. "Sono al Piazzone dal 1973", l’anno in cui posò la racchetta (era una promessa del tennis versiliese, in nazionale negli anni di Panatta) per dedicarsi all’impresa di famiglia. "Gli ultimi anni sono sono stati commercialmente i più difficili, ma per fortuna non ci è mai mancato l’affetto dei clienti". La speranza? "Che il mercato possa ritrovare quell’atmosfera familiare di un tempo, dove chiunque si sentiva a casa". E dov’è sempre bello ritornare.