Viareggio, 13 gennaio 2025 – Con quella faccia un po’ così... quell’espressione un po’ così... che ci faceva ridere appena saliva sul palcoscenico. Prima ancora che iniziasse a parlare, senza che dicesse la battuta. Tanto lo sapevamo tutti dove andava a parare... “L’ho a schifi! L’ho a schifi! L’ho a schifi!”. Riferito ai lucchesi, ovviamente. E altrettanto ovviamente ripetuta davanti a una platea occupata da tante persone arrivate di là dal monte proprio per assistere alle sue Canzonette. E fra i lucchesi suoi estimatori anche il sindaco Giorgio Del Ghingaro con cui, proprio lo scorso anno, dette vita a una gag con il primo cittadino che gli regalò una maglia con su scritto “I love Lucca”.
Ci piace pensare che anche adesso che non c’è più, Claudio Morganti, dopo 14 anni di lunga ed estenuante malattia, abbia chiuso gli occhi ieri pomeriggio – in una delle domeniche più tristi che Viareggio ricordi – mantenendo inalterata quella sua espressione da burlone con cui ha fatto ridere generazioni di viareggini. Aveva una faccia, Claudio, che era tutta un programma. La faccia di un comico nato. Lui che era venuto al mondo da Antonio Morganti che scrisse il vocabolario viareggino e che era cresciuto a pane e risate con Egisto Malfatti.
Aveva 76 anni “Il Morganti”. Ma per tutti era ancora quel ragazzo dalla simpatia innata e la battuta pronta che giocava nei campi da basket della città. Che era diventato poi allenatore e che era stato per una vita segretario della scuola Motto. Fino a che non andò a lavorare nell’istituto primario intitolato a suo padre. “Scuola Moraganti?”, chiedeva una voce al telefono... “Sì, sono il figlio...”, era la risposta.
Appassionato di sport, non seppe però resistere al richiamo del mondo dello spettacolo. Fu l’incontro con Enrico Casani, un altro grande della risata, a cambiargli la vita e a lanciarlo nello star system del teatro vernacolare viareggino. Una carriera luminosa, gran parte della quale – 43 anni in tutto – trascorsa con la compagnia Burlamacco ’81. Che negli anni d’oro allestiva anche 16 serate al Politeama che andavano sold out in un batter d’occhio. E lui era il capo comico. Conosciutissimo e amatissimo a tal punto che una volta Carmen Russo – che il Morganti accompagnò a un corso vestito da Burlamacco – disse di lui: “Ho fatto da spalla alla persona più in vista di Viareggio”. Ed era vero. Claudio Morganti impersonificava veramente l’anima del Carnevale, la sua più genuina espressione. La satira, lo sberleffo, il prendersi gioco degli altri e anche di prendersi in giro. Di capovolgere il mondo. Questo era Claudio Morganti. L’unico – con quella faccia un po’ così e quell’espressione un po’ così – a poter vestire i panni di Burlamacco, senza rinunciare ai suoi baffi.