![Ma per la corte non ci furono maltrattamenti alla moglie. Revocata la patente. Il pm aveva chiesto l’ergastolo. Previsti risarcimenti per oltre 130mila euro. Ma per la corte non ci furono maltrattamenti alla moglie. Revocata la patente. Il pm aveva chiesto l’ergastolo. Previsti risarcimenti per oltre 130mila euro.](https://www.lanazione.it/image-service/view/acePublic/alias/contentid/OWI2OWZhODctMTU3ZC00/0/vigilessa-morta-in-auto-marito-condannato-a-16-anni-lha-uccisa-di-proposito.webp?f=16%3A9&q=1&w=1280)
Ma per la corte non ci furono maltrattamenti alla moglie. Revocata la patente. Il pm aveva chiesto l’ergastolo. Previsti risarcimenti per oltre 130mila euro.
SEDICI anni di reclusione e risarcimenti complessivi alle parti civili per oltre 130mila euro, di cui 25mila alla figlia Serena. Sono le 12,17 quando il giudice della Corte d’assise di Lucca Raffaella Poggi pronuncia la sentenza di condanna nei confronti di Daniele Mazzolini, il 62enne accusato di omicidio volontario per la morte della moglie Anna Lucarini, vigilessa della Polizia municipale di Pietrasanta. L’uomo è stato invece assolto dal reato di maltrattamenti alla moglie. La sentenza, arrivata ieri mattina dopo circa un’ora e mezza, ha ridimensionato non poco le richieste che erano state avanzate dal pm Sara Polino, la quale per Mazzolini aveva chiesto l’ergastolo oltre all’isolamento diurno per tre mesi.
La vigilessa, che aveva 58 anni, perse la vita il pomeriggio del 9 ottobre 2022 a bordo dell’auto condotta dal marito. Dieci giorni prima lei gli aveva comunicato l’intenzione di separarsi, atto finale di un rapporto diventato burrascoso, come raccontarono più volte la figlia Serena e la sorella Paola Lucarini, entrambe costituite parti civili e difese dagli avvocati Gianmarco Romanini e Adele Boris. Quel pomeriggio la coppia lasciò la propria abitazione di Capezzano Pianore e si diresse a Pietrasanta percorrendo la Sarzanese. Mazzolini, che come emerso ieri mattina si era messo al volante in stato d’ebbrezza, a un certo punto perse il controllo della macchina andandosi a schiantare contro un albero. Il mezzo prese fuoco e per la moglie purtroppo non ci fu nulla da fare, mentre lui se la cavò con gravi ferite alla gamba tali da rendere necessario il trasporto all’ospedale di Cisanello. La testimonianza di un automobilista che stava viaggiando dietro l’auto della coppia, il quale raccontò di un litigio all’interno dell’abitacolo e di presunti schiaffi inferti alla vigilessa, aveva portato il pm a ritenere che quella non fu una semplice fatalità, bensì un atto volontario da parte di Mazzolini. Tant’è che si parò anche di femminicidio. A supporto di questa tesi c’erano anche i riscontri della ricognizione esterna condotta dal medico legale Ilaria Marradi sul corpo della donna, in particolare gli ematomi sul braccio sinistro considerati incompatibili con i segni lasciati dalla cintura di sicurezza. Oltre agli accertamenti effettuati dal perito Andrea Del Cesta, secondo il quale non c’erano segni di frenata sull’asfalto, come verbalizzò anche la Polizia municipale. Il giudice Poggi ha riconosciuto invece a Mazzolini le attenuanti generiche, prendendosi poi 90 giorni per depositare le motivazioni.
Ieri in aula Mazzolini aveva anche provato a giocarsi un’ultima carta, ma non gli è andata bene. L’uomo, difeso dall’avvocato Luigi Pace del foro di La Spezia, ha chiesto infatti di poter rilasciare una dichiarazione spontanea. La sua intenzione era di mettere a disposizione del giudice, chiedendo di acquisirle, alcune foto del suo 60° compleanno, festeggiato il 10 settembre 2022 a casa di amici, un mese prima della tragedia. Una festa a sorpresa organizzata dalla moglie, come ha spiegato il legale di Mazzolini, che dimostrerebbe il clima di serenità all’interno della loro famiglia smentendo le presunte tensioni. Ma il giudice ha accolto l’opposizione sia del pm che delle parti civili, rigettando la richiesta in quanto considerata "non necessaria e irrilevante".
La corte a quel punto si è ritirata per deliberare. Dopo tre quarti d’ora è arrivata la sentenza. Mazzolini è stato innanzitutto assolto dal reato di maltrattamenti alla moglie "perché il fatto non sussiste". Il giudice lo ha considerato però responsabile degli altri tre reati, ossia omicidio volontario, maltrattamenti alla figlia e violazione del Codice della strada, e dopo avergli riconosciuto le attenuanti generiche lo ha condannato a 16 anni di reclusione oltre al pagamento delle spese processuali. Non solo: Mazzolini è stato anche interdetto in perpetuo dai pubblici uffici, più l’interdizione legale durante l’esecuzione della pena, e sospeso dall’esercizio della potestà genitoriale per 32 anni. Gli è stata infine confiscata l’auto e revocata la patente. Quanto al risarcimento dei danni alle parti civili, dovrà versare una provvisionale di 40mila euro a Paola Lucarini e 20mila ciascuno a Michele Luisi e Luciano Lucarini. E ancora: Mazzolini dovrà risarcire la figlia Serena con una provvisionale di 25mila euro e pagare le spese di difesa sostenute dalle parti civili, ossia Paola Lucarini, Luciano Lucarini e Serena Mazzolini, per un totale di 19mila euro, più le spese le sostenute dalla parte civile Michele Luisi per altri 7.400 euro.
Daniele Masseglia