Prende davvero forma l’obiettivo di recuperare l’ex villa confiscata alla mafia in via Civitali. L’amministrazione comunale ha infatti affidato all’ingegner Lorenzo Della Vedova di Camaiore l’incarico di redazione dello studio di fattibilità tecnico ed economico e l’esecuzione della progettazione definitiva/esecutiva dei lavori di ristrutturazione (incarico per circa 21mila 500 euro). Pertanto se non ci saranno intoppi, a primavera potrebbe partire il cantiere e per settembre 2025 l’edificio potrà ospitare l’archivio comunale: le risorse già ci sono visto che nei mesi scorsi la Regione ha riconosciuto un finanziamento di 500mila euro spalmati in due anni (250mila per il 2025 e 250mila per il 2026). I tempi sono stati molto lunghi in quanto la particolare ubicazione del bene, collocato in adiacenza all’elettrodotto di Terna, lo sottopone alle limitazioni di legge attualmente esistenti. Infatti, la costruzione dell’edificio era avvenuta in epoca in cui la fascia di rispetto per l’utilizzo di tale struttura era inferiore a quanto poi definito in epoca successiva dalla legge attuale. Il bene che non può più ormai essere utilizzato come civile abitazione, è invece fruibile come ambiente destinato a servizi.
"Per questo si è dovuto cercare un diverso utilizzo – sottolinea il consigliere delegato ai lavori pubblici Enrico Ghiselli – concordandolo con la Regione. Ci doteremo finalmente di un archivio comunale di cui al momento siamo sprovvisti: sussiste infatti un contratto di affitto per il deposito dei fascicoli in due differenti sedi a Massarosa e Pietrasanta. Concentrando l’archivio sul territorio non solo ridurremo questa spesa ma il servizio ai cittadini sarà più immediato. Intanto andiamo avanti con l’obiettivo di arrivare all’interramento dell’elettrodotto che consentirà anche ulteriori destinazioni all’edificio, facendo decadere i vincoli attualmente esistenti. Visto che il lotto è molto grande sarebbe interessante magari ampliare e crearvi anche una residenza protetta per donne vittime di stalking. La posizione è ottimale visto che l’edificio si trova in una strada chiusa e l’eventuale controllo delle forze di polizia sarebbe pertanto semplificato".
Francesca Navari