FRANCESCA NAVARI
Cronaca

Violentata e uccisa dai partigiani, "Stazzema ricorderà la povera bimba"

Il Parco della pace a Stazzema onorerà Giuseppina, trucidata a 13 anni

Giuseppina Ghersi

Stazzema (Lucca), 19 settembre 2017 - «Sarà il Parco della Pace a ospitare un’iniziativa per ricordare Giuseppina Ghersi». La promessa è del sindaco di Stazzema Maurizio Verona, mentre a Savona l’Anpi ha sollevato un polverone per l’annunciata apposizione di una targa in omaggio della tredicenne di Noli falsamente accusata di collaborazionismo fascista e di essere spia del regime (a soli 13 anni!), che fu catturata dai partigiani e brutalmente violentata come la madre, per poi essere uccisa il 30 aprile 1945.

La tragica storia con cui macchiarono la Resistenza alcuni partigiani garibaldini, è tornata di attualità, con la richiesta di un esponente del centrodestra di Savona (figlio di partigiano) di tributare un ricordo alla ragazzina. Giuseppina fu uccisa solo perché premiata dal Duce per un bel tema fatto a scuola. Una vicenda dimenticata tra mille colpe.

«Occultare è ciò che è più contrario allo spirito della Resistenza» motiva Verona, che alla giovanissima Giuseppina darà spazio al Parco della Pace «senza che la sua vicenda venga strumentalizzata». E così, con coraggio, il sindaco di centrosinistra di Stazzema non invoca sconti per i crimini commessi.

Che trovano a Sant’Anna ancora una pulsante testimonianza di dolore per le atroci barbarie contro i bambini: in mezzo a un pugno di case c’è piazza Anna Pardini, intitolata alla vittima più giovane della strage del 1944, la bambina di 20 giorni uccisa in braccio a mamma Bruna «che la guerra ha strappato al girotondo del mondo».

«Credo che l’episodio di Savona – afferma il primo cittadino – ci riporti ad un periodo molto difficile del nostro Paese che seguiva al ventennio fascista e ad una occupazione da parte dei nazisti durissima. Mi viene difficile definire questa ragazza di 13 anni come una fascista: era cresciuta nel ventennio dove vigeva il monopolio della cultura e della educazione. Spesso ricordiamo la Gioventù hitleriana, ma il fascismo aveva svolto analoga opera di dominio della educazione. Aver ricevuto una lode dalla segreteria del Duce per un tema svolto in classe, non fa a mio giudizio di questa ragazza, una fascista. Credo anzi che sia una vittima lei stessa del pensiero unico che aveva imparato sui banchi di scuola. L’episodio della violenza e dell’uccisione della ragazza è un crimine ingiustificato ed ingiustificabile. Anche i vertici nazionali dell’Anpi hanno ribadito da tempo la condanna per gli ‘atti di vendetta e violenza’ che si verificarono dopo la Liberazione e anche in merito alla vicenda dello stupro e dell’assassinio della ragazzina hanno parlato di ‘vicenda terribile e ingiustificabile’».

«Non bisogna mai aver paura della verità – sottolinea con forza Verona – l’episodio va condannato e conosciuto in tutta la sua crudeltà per quello che fu, senza che divenga strumento per denigrare quel grande fenomeno di massa che fu la Resistenza al nazifascismo che ha portato con sé valori che oggi regolano i principi sanciti dalla Costituzione. Credo che la Resistenza non debba aver paura di far conoscere anche quegli episodi che sul finire della guerra si verificarono e se furono commessi dei crimini contro l’umanità come questo vanno condannati senza appello, tanto più se commesso contro una bambina che non aveva potuto scegliere. Occultare è ciò che è più contrario allo spirito della Resistenza. Il Parco Nazionale della Pace ha come scopo principale quello di insegnare ai giovani la crudeltà della guerra e costruire con la conoscenza anche di queste storie una coscienza nei nostri ragazzi – ribadisce – queste cose accadono ogni giorno nel mondo e a questo aspetto delle guerre passate ed odierne dedicheremo una iniziativa apposita nei prossimi mesi. Credo sia giunto il momento che questa ragazza possa finalmente dormire in pace e senza che la sua vicenda sia strumentalizzata: un crimine contro l’umanità lo è a prescindere da chi lo commette».

IL GRUPPO Labaro Martiri di Mulina di Stazzema è stato il primo a sollecitare una presa di posizione di Stazzema, teatro di vittime civili, nella vicenda che ha acceso lo scontro politico a Savona chiedendo l’‘adozione’ della piccola Giuseppina. «Esortiamo il sindaco e l’amministrazione – scrive Giuseppe Vezzoni – ad approfondire la vicenda e poi dare l’eventuale solidarietà per l’apposizione della targa con l’autorità che deriva dall’istituzione del Parco della Pace e dal conferimento della Medaglia d’Oro al valor militare. Invitiamo infine l’amministrazione stazzemese a valutare se fare memoria della vittima/bambina Giuseppina Ghersi nel Parco nazionale della Pace, a ricordo di tutte le donne e bambine che sono state vengono tuttora stuprate, non solo durante i conflitti bellici ma nella vita di tutti i giorni».