GAIA PARRINI
Cronaca

Violenza sulle donne. Le richieste di aiuto non diminuiscono: "E mancano le case"

Sono 217 coloro che nel 2024 e inizio 2025 sono state accolte dal Centro. Tra queste 139 accedono per la prima volta al percorso di "uscita". Oltre 100 provengono da Viareggio, le rimanenti dalla Versilia. .

Sono 217 coloro che nel 2024 e inizio 2025 sono state accolte dal Centro. Tra queste 139 accedono per la prima volta al percorso di "uscita". Oltre 100 provengono da Viareggio, le rimanenti dalla Versilia. .

Sono 217 coloro che nel 2024 e inizio 2025 sono state accolte dal Centro. Tra queste 139 accedono per la prima volta al percorso di "uscita". Oltre 100 provengono da Viareggio, le rimanenti dalla Versilia. .

di Gaia Parrini

Sono 217 le donne che, in tutto il 2024 e in parte anche nel 2025, sono state accolte nelle stanze e dalle operatrici del Centro Antiviolenza “L’una per L’altra“. Colloqui viso a viso, che sono soltanto alcuni degli innumerevoli contatti che l’associazione instaura durante l’anno, a difesa delle donne che subiscono violenza, domestica e spesso, conseguentemente, anche economica, con altrettante donne che con loro prendono contatti, ma che poi, non ancora pronte, non intraprendono il percorso di fuoriuscita dalla violenza proposto dal Centro.

Sono donne, che vanno dai 30 ai 49 anni, di cui, tra quelle che proseguono il percorso e quelle che sono pronte a concluderlo, se ne contano 139 che per la prima volta accedono al soccorso della Casa delle Donne, e proveniente, oltre 100, dal comune di Viareggio, seguite poi da quelle di Massarosa, Pietrasanta, Seravezza, Stazzema e Forte dei Marmi. Tra quelle case e mura domestiche, sfondo quasi abituale della violenza di genere, tra quelle 217 donne, si contano, tra gli autori di violenza, 150 sono uomini italiani e 67 stranieri, "per dare idea - sottolinea Elisa Petrini, responsabile del Centro Antiviolenza viareggino - che le donne subiscono non da stranieri, ma da quegli insospettabili e descritti sempre come “brav’uomini“". E sono uomini, anch’essi dai 30 ai 49 anni, che, a differenza delle donne interessate per cui la Casa con lo sportello dedicato attiva progetti formativi, di tirocinioi e di assunzione agevolata per inserirle o re inserirle nell’ambiente lavorativo, hanno un lavoro stabile, mentre 120 donne subiscono quella violenza economica con un lavoro precario e non sufficiente per mantenere i figli, pagare un affitto e, semplicemente, sopravvivere. "Ci sono casi in cui gli uomini non pagano il mantenimento, alcuni tendono addirittura a licenziarsi per non darlo, o a farsi ridurre lo stipendio, così che il peso cada tutto sulla donna, con poco supporto- aggiunge Petrini - Quando le accogliamo la prima cosa che facciamo è la rivelazione del rischio, lavoriamo sull’emergenza e poi diamo via al progetto a 360 gradi, con equipe di legali e sportello di lavoro. Abbiamo rilevato che la maggior parte delle donne hanno però il problema della ricerca dell’abitazione: non hanno una casa e le richieste del territorio sono allucinanti". Ed è una delle criticità, quella della mancanza di una casa, che più pesa sui percorsi di fuoriuscita dalla violenza per le donne, da chi, nel momento della separazione, ha un’abitazione ma gravata da mutuo o preso in locazione dal compagno. "E cosa succede in questi casi? - riflette Veronica Lucchesi, avvocata e vicepresidente della Casa delle Donne - Gli uomini smettono di pagare il mutuo o il canone e la casa viene messa all’asta o c’è una procedura di sfratto. E le cose sono peggiorate con un ulteriore problema economico, per il gratuito patrocinio, che riconosceva a coloro che non hanno reddito oltre i 12mila l’avvocato gratis, si è reso più difficile con ulteriori criteri e chi prima ne aveva diritto, ora potrebbe non averne più. È importante, per le case, costruire una rete territoriale e un sostegno che possa trovare, su questo territorio, immobili e agevolazioni per queste donne".