Vita da infermieri: "A casa dei malati col cronometro"

Infermieri in Versilia denunciano sovraccarico di lavoro e mancanza di risorse, compromettendo la qualità dell'assistenza ai pazienti.

"Ci fanno lavorare come se fossimo macchine". La dura vita degli infermieri non soffre solo di un sovraccarico di lavoro: al tema della quantità, si affianca quello della qualità del servizio erogato. "Non ce la facciamo più – racconta Maura Micheletti della segreteria Fials –; il nostro mestiere prevede anche un rapporto comunicativo con il paziente. Ci hanno fatto fare dei corsi appositi, sono venuti i professori della Bocconi a spiegarci l’importanza dell’equipe e di una giusta comunicazione. E poi che si fa? Si viene cronometrati quando si va a casa di un paziente. Un paziente, ricordo, che sta soffrendo, che può essere un malato oncologico o in cure palliative. Il nostro lavoro dovrebbe essere l’assistenza a queste persone: si tratta di figure con problemi seri, e invece di chiedere agli operatori di prendersi cura di queste persone, si chiede conto delle tempistiche. Ma se il paziente sta male, se quel determinato giorno lo trovo a piangere nel letto, che devo fare?". Il problema, al solito, è la mancanza di risorse. "Con la legge 84, Rossi aveva assicurato che ci sarebbe stato un risparmio – sottolinea Micheletti –; abbiamo chiesto più volte a quanto ammontasse, ma non ce l’hanno mai detto. Qui c’è un territorio che va rivisto e soprattutto sovvenzionato: se vogliamo potenziare il filtro intermedio di infermieri e oss, lasciando al servizio ospedaliero la sola gestione dei pazienti acuti, bisogna stanziare le risorse adeguate".