DANIELE MANNOCCHI
Cronaca

Voleva salvare un cinghiale ferito. Attivista si oppose all’abbattimento. Prosciolta da tutte le accuse

Barbara Bertuccelli del rifugio ’Alma Libre’ si frappose tra il poliziotto armato di fucile e l’animale. Indagata per cinque ipotesi di reato, la sua posizione è stata archiviata dal gip in due procedimenti distinti.

Voleva salvare un cinghiale ferito. Attivista si oppose all’abbattimento. Prosciolta da tutte le accuse

L’attivista antispecista Barbara Bertuccelli usò il suo corpo per difendere il cinghiale dalla polizia provinciale

Prosciolta da tutte le accuse. A quasi due anni di distanza, si è chiusa la vicenda giudiziaria che vedeva coinvolta Barbara Bertuccelli, fondatrice del rifugio antispecista Alma Libre di Piano di Mommio. I fatti risalgono al dicembre del 2022: una mattina, un cinghialino fu trovato ferito a bordo strada in via dei Ghivizzani, ferito, presumibilmente dopo essere stato investito da un’auto. Sul posto intervennero un’associazione che si occupa del recupero della fauna selvatica, l’Asl, le forze dell’ordine e le militanti di Alma Libre, tra cui Bertuccelli. Una volta disposto l’abbattimento dell’animale, l’attivista frappose il suo corpo tra le canne del fucile e il cinghialino, implorando pietà per l’animale. Il risultato fu una denuncia a carico della stessa Bertuccelli, mentre l’animale fu finito a fucilate.

"Dai fatti avvenuti il 2 dicembre sono scaturite a carico di Barbara due differenti procedimenti penali – rievocano le attiviste in una nota –: il primo ha riguardato quanto riferito alla Procura della Repubblica di Lucca mediante la comunicazione di reato redatta dai pubblici ufficiali protagonisti dell’episodio, e cioè Asl, carabinieri forestali, polizia municipale, polizia provinciale; in essa veniva attribuita a Barbara la commissione di cinque reati: resistenza a pubblico ufficiale, interruzione di pubblico servizio, istigazione a delinquere, diffamazione e inosservanza del provvedimento delle autorità. Il secondo è scaturito da un denuncia presentata contro Barbara per diffamazione da Vega Soccorso, con il suo presidente Massimo Pardini".

La fondatrice di Alma Libre è stata assistita nell’iter giudiziario dall’avvocata Alessandra Margara. E "in entrambi i procedimenti la Procura, valutati gli atti, ha formulato richiesta di archiviazione al gip; nel primo procedimento l’ispettore Landi della Polizia Provinciale si è opposto; si è tenuta dunque un’udienza di discussione del caso, nella quale l’avvocata Margara da una parte, e il difensore di Landi dall’altra, hanno esposto le proprie ragioni; all’esito della discussione il gip ha disposto, con provvedimento non impugnabile, l’archiviazione di tutte le accuse formulate a carico di Barbara, decidendo che tutto quel che lei aveva fatto e detto per salvare il cinghialino era legittimo e non rappresentava alcun reato. Il tribunale ha riconosciuto che l’azione portata avanti da Barbara, non solo a parole ma soprattutto frapponendo il suo corpo tra l’ispettore Landi e il cinghialino, è stata legittima".

L’archiviazione è arrivata anche nel secondo procedimento. "Vega Soccorso ha continuato a sostenere che Barbara avesse diffamato l’associazione scrivendo sui social che l’associazione, contrariamente al proprio dovere, non avesse tentato di salvare la vita del cinghialino – si legge ancora nella nota –; si è tenuta l’udienza di discussione e il gip, una volta ancora, ha disposto l’archiviazione della posizione di Barbara, ritenendo che non si ravvisasse una condotta criminosa. Pertanto, tutto quanto accaduto il 2 dicembre 2022, e nei giorni a seguire, con riferimento alle condotte di Barbara, è stato riconosciuto quale legittima espressione di forte protesta e tentativo di salvare la vita del cucciolo di cinghiale. In seguito alle archiviazioni, Barbara avrà la possibilità di valutare se proporre denuncia per calunnia contro chi l’ha costretta immotivatamente a subire ben due procedimenti penali".