Tommaso Strambi
Politica

Autorità portuale: non si può prescindere da Viareggio

Il governatore Eugenio Giani proroga il commissario Rosselli: «La procedura non è ancora completata»

Eugenio Giani

Due a zero e palla al centro. Se dovessimo usare una metafora calcistica potremmo raccontarla così la partita per l’Autorità Portuale Regionale. Ma sarebbe assai riduttivo e pure fuorviante. Anche per uno juventino sfegatato come il sindaco Giorgio Del Ghingaro. Perché la politica e, a maggior ragione il ruolo istituzionale che si ricopre a prescindere dalla casacca che si può indossare prima di essere eletti impone di guardare all’interesse della comunità che si è chiamati ad amministrare. Ed è questa alla fine la giusta lente con cui guardare a tutta questa intricata e complessa vicenda. Leggerla con gli occhi della tifoseria porterebbe e ha portato fuori strada.

Chi lo ha fatto oggi è rimasto spiazzato. E, forse, ha dovuto rimettere nel frigo le bottiglie di champagne che sperava di sbocciare. Perché? A spiegarlo con il suo decreto è lo stesso presidente della Regione Eugenio Giani che, che da uomo delle Istituzioni, ha riconosciuto «non ancora conclusa la procedura». E, così, alla fine ha prorogato l’architetto Alessandro Rosselli nel compito di commissario sino al prossimo 31 luglio, quando però non potrà più essere nominato dal momento che quest’oggi compie 65 anni limite previsto dalla legge per essere, appunto, indicato alla guida dell’Autorità Portuale. Che significa tutto questo? Che le osservazioni poste dal sindaco Del Ghingaro erano e restano fondate. Del resto già lo scorso anno il Tar nell’accogliere il ricorso dell’Amministrazione viareggina aveva anche annullato la nomina fatta nel 2022. Ma il governatore nel decreto firmato venerdì riconosce anche un altro aspetto il valore del protocollo firmato lo scorso 1 dicembre e finalizzato «a dare continuità al perseguimento degli obiettivi e alle azioni progettuali intraprese per Viareggio, funzionali allo sviluppo economico e sociale della città e del suo territorio, individuando nuovi interventi e procedure comuni per il raggiungimento di obiettivi condivisi, con particolare riguardo al Porto». Da qui la necessità, mai venuta meno, di raggiungere un’intesa «forte» con il Comune di Viareggio. Che è poi il principio rivendicato con forza nel suo agire dal sindaco Del Ghingaro. Ecco perché sarebbe riduttivo sintetizzare questa vicenda con un calcistico 2-0. In palio non c’è uno scudetto o un trofeo, ma l’interesse di una città, di un quartiere e di uno dei distretti produttivi più importanti d’Italia. Si deve ripartire da qui. La Port Authority è sì regionale ma impatta con le sue decisioni sulla vita e lo sviluppo di Viareggio. E per questo, a prescindere da quale parte (partito o lista civica che sia) governa la città, la Regione deve trovare un’intesa «forte». E questa va ricercata anche se qualche volta è necessario mostrare i muscoli. E apparire antipatici. Con buona pace delle tifoserie. Da qualunque parte stiano.