Viareggio, 9 agosto 2020 - Era impegnato a distribuire volantini per la sua campagna elettorale e quando ha saputo dell'arrivo di Matteo Salvini si è "avvicinato al gazebo della Lega per un messaggio di benvenuto a lui e a Susanna Ceccardi e ricordare loro che questa questa è terra di civiltà e di accoglienza». È quanto si legge in una nota diffusa da Alberto Veronesi, direttore d'orchestra e candidato per il Pd alle regionali in Toscana, in relazione a quanto accaduto stamani a Viareggio in occasione del comizio del leader della Lega.
"Non si strizza l'occhiolino ai fascisti e non si scherza sull'antifascismo come fanno il leader della Lega e la sua candidata alla presidenza della Toscana che, pochi giorni fa, aveva dichiarato il 'non senso» a definirsi oggi antifascisti", spiega il maestro.
"A Salvini - afferma Veronesi - piacerebbe che io fossi soltanto un povero matto. No. Io sono soltanto il figlio di una donna che ha conosciuto l'orrore del lager di Bergen Belsen e che fin da ragazzo ha respirato una cultura antifascista".
"Mi sono avvicinato pacificamente al palco - spiega - e, gandhianamente, ho loro ricordato che questa è terra di civiltà. Il fascismo - conclude - si batte soltanto attraverso la conoscenza e la cultura, non dimenticando o sminuendo la storia".