Tommaso Strambi
Politica

Le percentuali e il rischio illusione ottica

A Viareggio in numeri assoluti FdI lascia sul terreno 1657 voti, la Lega 220 e il Pd un centinaio

Un elettore aspetta di votare con la tessera in mano

Un elettore aspetta di votare con la tessera in mano

Viareggio, 11 giugno 2024 – Il convitato di pietra alla fine è l’unico vero vincitore delle elezioni. Sì, perché in questa tornata delle Europee è l’astensionismo che supera abbondantemente la soglia (non solo psicologica) del 50 percento. Un andamento lento e costante che ha fatto sì che, ad esempio, rispetto alle elezioni politiche del settembre hanno perso la strada per le urne quasi 18mila viareggini e versiliesi. In quell’occasione andarono a votare 81.625 elettori, mentre sabato e domenica sono stati solo 63.700. In altre parole un elettore su cinque è rimasto a casa. Se poi dal conto isoliamo Viareggio, l’astensionismo si fa ancora più forte: 51.093 votanti a settembre ’22; 39.305 alle europee. Quasi un elettore su quattro non è tornato alle urne. Per gli amanti delle percentuali vale a dire che in città ha votato solo il 48,05% ancor meno del dato nazionale che ha comunque raggiunto il 49,69%. Insomma, parafrasando Ennio Flaiano, possiamo affermare che «la situazione politica è molto grave ma pur tuttavia non è seria». Ed è questo il tema vero su cui la classe politica deve cominciare ad interrogarsi, perché tutto questo astensionismo certifica l’incapacità di tutte le forze politiche (nessuna esclusa) di essere considerati interlocutori credibili. E, qui, arriva la sorpresa. Perché di fronte a questa presa d’atto i partiti tendono a sottolineare di aver vinto e nel farlo si soffermano sulle percentuali ottenute ai seggi. Peccato, però, che queste forniscono un’illusione ottica e non reale. Quella la restituiscono i dati assoluti. Si scopre, così, limitandosi al solo voto viareggino, che rispetto alle politiche del 2022 FdI lascia sul terreno 1.640 consensi: passando da 8.118 voti di due anni fa ai 6.478 dello scorso weekend. Eppure le percentuali ci dicono che ha sostanzialmente tenuto: 27,34% (oggi) contro il 27,64% del 2022. Duecentodieci i voti smarriti, invece, dalla Lega passata dai 1.867 (6,36%) delle politiche ai 1.657 (6,99%) delle europee. Dato che fa comprendere se ancora ce ne fosse bisogno l’effetto trascinamento del generale Vannacci. E il discorso è analogo anche per il Pd che seppure a livello percentuale sale al 27,05% rispetto al 22,16% delle politiche di due anni fa. Ma, in termini assoluti, sabato e domenica ha ottenuto un centinaio di voti in meno (6.409) rispetto al settembre 2022 (6.508).

Ecco, quindi, che è con i valori assoluti che si deve ‘fare i conti’ per non rimanere abbagliati dall’illusione ottica con il rischio di un risveglio assai amaro quando si tornerà a votare.