Viareggio, 9 settembre 2024 – Il sole è già alto da qualche ora. La temperatura è leggermente più mite. Ma l’uomo sdraiato sulla panchina si è tirato la coperta sopra il viso. A fianco ci sono due buste di quelle con cui tutti noi andiamo al supermercato a fare la spesa. Lui ci tiene tutto quello che ha. È il suo guardaroba e il suo armadio. Pochi indumenti, qualche effetto personale e, forse, un insieme di ricordi. Al risveglio si spalma sul viso un po’ di crema da barba e con l’acqua di una bottiglietta, si rade. Un gesto di normalità, in un’esistenza vissuta in strada. Dove capita. Ma quella postazione, lungo il Canale Burlamacca, quando finisce la stagione dei vacanzieri è la sua ’’residenza“.
«Oltre. Sguardi di futuro» è il titolo dell’ultimo rapporto della Caritas toscana sullo stato della povertà nella nostra regione. Un aggregato di dati che raccontano storie di donne, uomini e ragazzi (per lo più minorenni) in carne ed ossa. Soggetti reali e non numeri o statistiche come potrebbero apparire ad uno sguardo superficiale. Due gli elementi messi in evidenza dal rapporto Caritas. Il primo riguarda il fatto che adesso a bussare ai Centri di Ascolto ci sono persone che un lavoro ce l’hanno ma che, nonostante, questo non riescono più a mettere insieme il pranzo con la cena. Perché? L’inflazione ha sicuramente spinto una parte di questi soggetti a non avere un potere d’acquisto sufficiente a mantenersi, una malattia o un imprevisto improvviso. Al momento sono il 16% del totale di coloro che si rivolgono alla Caritas. Di questi il 47 per cento vive in nuclei familiari, nel 39% hanno figli e nel 25 per cento figli minori. L’altro dato su cui porre attenzione è quello dei minori che sono spesso migranti arrivati in Italia per sfuggire a carestie o guerre. Poco più che bambini che se non vengono inseriti in programmi di accoglienza finiscono nel giro delle sostanze e dello spaccio come piccoli girini di cui ci si più liberare schiacciandoli quando non servono più. Bassissima manovalanza all’interno di un ingranaggio che alimenta affari bilionari delle grandi organizzazioni specializzate nel narcotraffico. Categorie (sia i nuovi poveri che i minori) che sono storie e mondi diversi. Ma che chiedono risposte adeguate. Anche a Viareggio e in Versilia, che non sono isole felici per vacanzieri in cerca di relax e felicità. Ma luoghi in cui si vive e si soffre, come avviene altrove. E proprio per questo non si può non immaginare di ideare percorsi dove fornire, appunto, “sguardi di futuro“. Per restituire una dignità spesso perduta, di cui però resta traccia in quel viso rasato lungo il Burlamacca.