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"Coppe verso una riforma"

Ferretti apre al dialogo con le società che hanno lasciato l’Eurolega

Hanno preso il via le coppe europee di hockey senza le società dell’Ehca e dei paesi la cui attività sta ancora risentendo della pandemia. Catia Ferretti, vicepresidente World Skate Europe, fa il punto della situazione.

Come si è arrivati alla rinuncia delle società European Hockey Club Association?

"In estate travagliata come Wse avevamo messo in cantiere le tre competizioni (Eurolega maschile e femminile, Wse cup), ma ci sono state le rinunce delle società Ehca. Ad agosto sembravano rientrate, ma con la proposta di una formula impossibile da realizzare. Da lì, a settembre, la nuova rinuncia e l’Eurolega a otto squadre iniziata pochi giorni fa. Wse ha il compito di tutelare tutte le società europee, non solo le più ricche. Queste ultime possono avanzare proposte, ma la decisione spetta a Wse nell’interesse di tutti".

Ci sono vie d’uscita?

"Come Wse siamo consapevoli che si debbano cercare formule che vengano incontro alle esigenze dei club più forti, e sarebbe stato sicuramente possibile anche in tempi brevi. A novembre ci saranno infatti le elezioni della federazione mondiale seguite da quelle continentali, mentre a marzo 2022 è previsto un convegno per ridefinire molte cose nell’hockey".

Quali scenari si aprono?

"Penso che dalle elezioni europee verrà fuori un organismo legittimato a portare avanti una riforma delle competizioni. Per tutto questo e dopo una pandemia che tanti danni ha provocato al nostro sport, non era il momento di uno strappo così forte, anche perchè eravamo venuti incontro ad alcune delle richieste dell’Ehca".

Ci sono contatti in corso fra Wse e Ehca?

"Dopo la decisione di rinunciare all’Eurolega di settembre non ce ne sono stati. Noi siamo, come sempre, a disposizione di tutti, non solo di alcune società".

La situazione delle squadre nazionali che hanno rinunciato agli europei è simile?

"No, il posticipo degli europei a novembre è stato deciso per aiutare le nazioni i cui campionati sono stati fermi più a lungo. Non tutte si sono iscritte, ma l’unica nazione dissidente rimasta è la Svizzera. Purtroppo nell’hockey ci sono Paesi del tutto dilettantistici che dal Covid hanno avuto danni notevoli e che speriamo di poter recuperare nel 2022".

Giulio Arnolieri