Alla vigilia della trasferta di Sarzana, a microfoni spenti, aveva detto: "Vincere a Sarzana potrebbe essere un termometro importante su quella che sarà, o che potrebbe essere, la nostra stagione. Io voglio pensare positivo, e perché no anche sognare". Parole profetiche che bomber Samuele Muglia conferma anche a poche ore dalla sfida interna contro il Sandrigo (stasera ale 21 al PalaBarsacchi). "Vincere e convincere sulla pista ligure, dopo quasi due lustri, ci ha molto galvanizzato, ma dobbiamo restare sul pezzo perché il match contro il Sandrigo rappresenta un’altra tappa fondamentale nel nostro cammino di crescita". Infatti far bottino pieno contro i vicentini significherebbe arrivare con il cuore più leggero alle prossime quattro partite. "Esattamente - analizza l’esperto attaccante bianconero -. Ci attendono sfide difficilissime contro Valdagno, Trissino, Grosseto e Forte. Quindi dobbiamo mettere punti in classifica per allontanarci dai bassifondi della classifica. Dovremo, dovremo scendere in pista con lo stesso atteggiamento avuto a Sarzana; l’atteggiamento di chi vuole essere protagonista nella partita ed è focalizzato, senza paura alcuna, sul risultato. Ciò non è semplicissimo, perché la nostra è pur sempre una squadra molto giovane, ma abbiamo qualità importanti che dovremo mettere in pista per farci valere. Il Sandrigo, seppur molto rinnovato rispetto alle ultime stagioni, è una compagine fisica, cattiva il giustilo, rapida e guidata da un grande tecnico in panchina". Sul suo stato di forma, infine, dice: "Sto bene e mi sento molto maturato anche mentalmente. Le esperienze maturate nei tanti anni ad alto livello mi hanno arricchito tecnicamente e caratterialmente. Adesso sono molto meno impulsivo, credo anche meno egoista, e metto la squadra al primo posto".
Eppure per un attaccante il gol è sempre il massimo che si possa desiderare. "Certamente - va avanti Muglia -, ma spero soprattutto di vincere per noi e per i nostri tifosi, a partire dai ragazzi della curva molto provati per la perdita di un grande appassionato come era Mario Giannelli". Sergio Iacopetti
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