SIMONE FERRO
Sport

Pardini avverte Camaiore: "Ora potrei pure lasciare"

Il presidente, dopo la cavalcata trionfale che ha ridato la D ai bluamaranto, manda un messaggio all’amministrazione comunale: "Mi aspetto certe cose".

Il presidente/direttore del Camaiore Michele Pardini. , dopo la festa per il trionfo in Eccellenza, è già a lavoro per preparare società e squadra in vista della Serie D

Il presidente/direttore del Camaiore Michele Pardini. , dopo la festa per il trionfo in Eccellenza, è già a lavoro per preparare società e squadra in vista della Serie D

È stato l’artefice principale della cavalcata trionfale del Camaiore in Eccellenza avendola costruito lui la creatura. Il presidente Michele Pardini, proprietario dal 2014 della società insieme al fratello Norberto, è stato l’uomo che ha riportato il Camaiore in Serie D. "Da camaiorese doc la soddisfazione è doppia", oltre che per il legame profondo col bluamaranto della sua famiglia (fin dalle generazioni precedenti di papà Paolo e nonno Norberto). Ora è lì a progettare la prossima stagione... mentre le sirene (anche dalla vicina Viareggio) parlano di forti attenzioni per alcuni dei suoi pezzi pregiati: da mister Cristiani al difensore Zambarda, fino a bomber Chiaramonti. Ma ciò non impensierisce il presidente Pardini, il quale lancia un messaggio forte all’amministrazione comunale.

Michele, come è nata questa annata trionfale?

"Come sempre qui a Camaiore attorno a quattro attori principali. Perché oltre a me c’è mio fratello Norberto, con cui tiriamo giù la strategia in estate. Poi Iacopo Pellegrini (che è appena diventato papà del piccolo Leonardo: auguri!, ndr) che ha grande competenza calcistica. E infine Riccardo Erra che è il nostro contabile, sia dell’azienda di famiglia sia del Camaiore Calcio".

Avete fatto sembrare semplice un campionato difficile.

"Il merito è dello staff tecnico e dei giocatori che hanno dato tutto. La squadra è stata spremuta con tantissimo lavoro sul campo per andare forte. Il gruppo è stato sorprendente. Le partite le abbiamo vinte senza mai fare goleade perché il campionato era tosto. E non scordiamoci che ad agosto eravamo in ottima compagnia nella griglia delle favorite perché venivano date come noi o meglio di noi Perignano, Ponsacco, Cenaia, Viareggio e Massese. E poi non scordiamo che siamo partiti perdendo 4-0 in Coppa col Viareggio nella prima uscita in casa".

L’ingrediente vincente?

"Il rispetto dei ruoli. Ognuno sapeva bene cosa doveva fare, stando al suo posto senza invadere il campo altrui. Dirigenza-staff-squadra erano allineate su tutto. La compattezza interna ha fatto la differenza. Noi come società abbiamo fatto tesoro di errori commessi in passato".

Quando hai avuto la percezione di vincere?

"Ora posso dirlo: l’ho avuta presto. Ma non potevo sbilanciarmi anche proprio con me stesso. Alla svolta dell’anno, fra dicembre e gennaio, ho capito che avremmo centrato il bersaglio grosso. Già lì eravamo irraggiungibili".

Ora che cosa farete?

"La D è campionato dove i motori sono diversi. Col mister devo ancora parlarci. E anche sui giocatori stiamo facendo ogni valutazione. Di certo rimarrà il dna del Camaiore. C’è un però...".

Quale “però“?

"Non è così scontato che io resti a fare calcio a Camaiore. Se non ci saranno le condizioni per farlo potrei anche defilarmi e andare a far calcio altrove. Il tavolo col Comune è aperto... e mi aspetto certe cose, riguardanti pure i lavori da fare allo stadio".

Simone Ferro

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