
Pietro Cristiani. , classe 1982 di Staffoli, prima del Camaiore era emerso nel Tau
In attesa di capire che Camaiore sarà nella prossima Serie D 2025/2026 (su Barsottini, Zambarda, Zavatto, Amico e Da Pozzo ci sarebbe il forte interessamento della Fezzanese neoretrocessa dalla D all’Eccellenza ligure), intanto il confermatissimo allenatore Pietro Cristiani dopo aver detto "no" al Viareggio racconta le sue sensazioni in vista della stagione che rivedrà sia lui sia i bluamaranto nella massima categoria dilettantistica.
Pietro, intanto come ti senti? "Sono molto felice di rimanere al Camaiore in Serie D. L’interessamento di società importanti come il Viareggio sicuramente mi ha fatto piacere. Ma rimango in una società importantissima del calcio toscano. Fin da subito in me c’era la voglia di continuare con la famiglia Pardini, con Iacopo Pellegrini e con tutto l’ambiente camaiorese... che è molto familiare nei rapporti umani e questo per me è un aspetto molto importante. Non vedo perché avrei dovuto abbandonare un posto e delle persone che con me si sono comportate sempre molto bene".
Prima del tuo "sì" al presidente Michele Pardini sono passate alcune settimane. Perché? "Era fondamentale parlarsi, approfondendo tutti i dettagli della prossima stagione. Le idee dovevano combaciare su quello che è il Camaiore che mi aspetto. E hanno collimato perfettamente, con una visione comune condivisa. Il progetto deve essere comune e quindi era necessario parlare, tanto e bene, fra di noi. Con Michele c’è grande sintonia e nell’ambiente di Camaiore ci sto benissimo e mi sento veramente come a casa oramai, nonostante sia qui comunque da nemmeno due anni interi. Fin da subito è scoccato qualcosa di speciale qua per me. Determinante poi adesso è stato vedere la determinazione della società nel voler continuare a lavorare con me, venendomi dietro nelle idee e nel progetto".
Come te la aspetti la Serie D? "So che quello che abbiamo fatto in Eccellenza è stato straordinario ma ora dobbiamo fare un passaggio successivo, confrontandosi con una categoria che è immensamente più difficile. Per noi è un progetto nuovo e molto affascinante. Per me è uno stimolo a livello personale la possibilità di confrontarsi con un campionato di livello assai più elevato e con allenatori avversari contro cui sarà bello e difficile andare a misurarsi domenicalmente. La Serie D consentirà a tutti noi di migliorare individualmente e coralmente, aumentando le nostre conoscenze".
Simone Ferro
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