Firenze, 10 dicembre 2022 - L’influenza galoppa con crescita esponenziale. E’ arrivata prima. E il ceppo più diffuso AH3N2 è anche il più rischioso per la popolazione fragile, in particolare per gli anziani. In base ai dati di incidenza forniti dall’ultimo rapporto epidemiologico InfluNet (elaborati dal dipartimento Malattie infettive dell’Istituto superiore di sanità), in Toscana potrebbero essere 65mila i contagiati solo nell’ultima settimana, circa 200mila dall’inizio dell’epidemia. Ne abbiamo parlato con Paolo Bonanni, professore ordinario di Igiene all’Università di Firenze.
Influenza 2022: contagi e sintomi, cosa c'è da sapere
Quali sono i motivi?
"Abbiamo quasi abbandonato l’uso delle mascherine che nei due anni di pandemia da Covid ci avevano protetto anche dal virus influenzale che ora è libero di circolare come prima".
Le nostre difese sono meno allenate?
"Anche se non ci sono dati sperimentali che lo possano certificare è molto plausibile che la popolazione abbia un debito di immunità nei confronti di un virus che per due anni non ha circolato. Quindi c’è un maggior numero di persone sucettibili, un fatto che può contribuire alla maggior diffusione, in particolare tra i bambini dove si registrano oltre 50 casi su mille. I bambini piccoli da sempre sono i maggiori diffusori del virus".
Cosa dobbiamo aspettarci?
"Tutto questo determina una crescita esponenziale. La curva si è impennata. E stiamo andando incontro a una diffusione ancora maggiore".
Un inizio precoce...
"Un’influenza stagionale così precoce e importante non si registrava dal 1994-95. L’unica anomalia era stata nel 2009, ma quell’anno circolava la forma pandemica della cosidetta suina, l’AH1N1. Avevamo già osservato questo fenomeno, con andamento importante, nei paesi dell’emisfero Sud, in particolare Argentina e Australia, molto attente nella sorveglianza".
Quindi dovevamo essere preparati... perché anche l’influenza miete vittime.
"La media calcolata dall’Istituto superiore di sanità è di 8mila morti stagionali per cause direttamente correlate. Con picchi anche di 14-15mila negli anni peggiori".
E’ più diffusa l’influenza del Covid?
"In base agli isolamenti del virus, su mille campioni il 40% è di influenza contro il 10% di Covid e il 12% di virus respiratorio scinziale".
Ma la vaccinazione fra gli over 65 non va cosi bene...
"La percezione è che ci sia un calo importante delle coperture vaccinali. Siamo ancora in tempo, ma bisogna farlo subito, perché per sviluppare l’immunità servono circa dieci giorni. E l’influenza sta correndo".
Perché ci si vaccina meno?
"C’è una tendenza a dire basta vaccini: si è instaurata una sorta di stanchezza totalmente ingiustificata e rischiosa. Bisogna seguire i consigli delle società medico scientifiche. Si sapeva che quest’anno l’influenza poteva essere seria".
E i bambini?
"Bisognerebbe prendere esempio dall’Inghilterra. Ormai da anni vaccinano dai 6 mesi ai sei anni. Permette di proteggere i più piccoli da forme complicate e rallenta la diffusione in tutta la popolazione".
Si prevede un picco a Natale?
"Non è facile fare previsioni. Ma visto l’andamento è possibile. Ci sono stati anni in cui si sono avuti due picchi, uno prima di fine anno, e uno a metà febbraio. A Natale la chiusura delle scuole interromperà per un paio di settimane le occasioni di contagio".
Preoccupa il ceppo AH3N2?
"Preoccupa ulteriormente perché è particolarmente pericoloso per la popolazione anziana e dei malati cronici".