di Nicola Lattanzi*
La globalizzazione è stata un fenomeno noto per decenni, ma la deglobalizzazione è ancora poco compresa ed in essa diventa cruciale la sicurezza delle catene globali di valore e non solo la ricerca di una efficienza aziendale misurata in termini di più bassi costi di produzione nei paesi di produzione. Si tratta di uno scenario nel quale entrano in gioco le relazioni commerciali con controparti affidabili e insediate in nazioni non ostili (è il concetto di friend-shorig a indicare la ricerca di amicizia geopolitica nelle catene del valore). È una globalizzazione all’interno della quale le relazioni commerciali con partner amici insediati in nazioni non ostili sono divenute una elevata priorità.
Le recenti vicende della pandemia e della guerra hanno dimostrato come il sistema produttivo sia il cuore e il motore dell’economia e come la sua protezione sia essenziale per la tenuta del Pil e del Made in Italy. Ci sono circa 150 distretti industriali in Italia che richiedono protezione contro eventuali minacce predatorie straniere volte all’acquisizione di tecnologie o allo squilibrio del rapporto competitivo tra le imprese straniere e le imprese oggetto dell’acquisizione. L’importanza della nazionalità dell’impresa nella competizione internazionale aumenterà come evidenza di un mutato rapporto con lo Stato di appartenenza. Le imprese avranno bisogno dello Stato per acquisire informazioni altrimenti inaccessibili sul piano geopolitico e non solo, mentre lo Stato dovrà tutelare e preservare le migliori condizioni di salute del proprio sistema economico-produttivo mediante un diverso rapporto con le imprese.
Nessuna PMI, e ben poche fra le grandi, potrebbe permettersi in autonomia i costi e le strutture per proteggere se stessa, i propri mercati, le proprie tecnologie, i propri progetti di sviluppo e il proprio livello di competitività. È necessario innalzare il livello di consapevolezza strategica sia delle Istituzioni, sia delle imprese mediante azioni di concreta sensibilizzazione quali eventi, dibattiti e confronto fra le varie parti. La riforma dei servizi segreti del 2007 e la recente modifica della normativa Golden Power vanno nella medesima direzione, in quanto strumenti di importanza strategica per la tutela dell’interesse nazionale e la protezione del sistema economico-produttivo. Il contesto attuale suggerisce di innalzare la capacità di amministrazione e la capacità pubblica di rafforzare la resilienza dell’economia del Paese, tra le quali rientra la normativa Golden Power, in quanto strumento di importanza strategico-istituzionale. È necessario bilanciare la necessità di attrarre investimenti con quella che questi siano allineati e armonizzati con gli obiettivi e gli interessi nazionali di tipo strategico. Il tema della sicurezza economica nazionale è giovane per l’Italia e richiede la comprensione delle motivazioni di ordine geopolitico sottostanti agli sviluppi aziendali.
* Professore di Strategia e Management per i Sistemi Complessi Scuola IMT Alti Studi Lucca